Quando si parla di mafia o in generale di criminalità organizzata c’è il rischio di cadere facilmente in preconcetti e stereotipi.
Il termine mafia, infatti, è associato spesso ad un fenomeno tipico unicamente di certe regioni del Sud del nostro paese ed i cui appartenenti sono personaggi rozzi e ignoranti magari ancora con la coppola in testa e la lupara in mano. Farsi una simile idea delle organizzazioni mafiose e dei suoi membri esclude, quindi, in maniera più o meno implicita che un sodalizio mafioso possa essere radicato anche nel resto dell’Italia e possa essere rappresentato da brillanti professionisti in giacca e cravatta.
Ebbene il distacco tra l’idea di mafia che può essere diffusa nel senso comune e ciò che la stessa oggi è diventata non potrebbe essere più netto. E’ ormai appurato che le grandi associazioni criminali del nostro Paese, pur non rinunciando nelle aree di origine ai suoi tradizionali strumenti di controllo del territorio, hanno esteso i loro interessi economici (e i connessi interessi politici) sull’intero territorio italiano come dimostrato anche in Piemonte da operazioni di lotta alla criminalità organizzata quale quella denominata “Minotauro”.
In proposito è bene evidenziare che la criminalità mafiosa trova spesso un alleato in una buona parte dell’imprenditoria del Nord la quale guarda ai vari gruppi criminali come a dei partner affidabili ed efficaci per concludere affari. Non stupisce allora che, in seguito ad indagini giudiziarie, finiscano in manette anche tanti imprenditori, avvocati, commercialisti in quanto legati ad organizzazioni mafiose se non addirittura veri e propri appartenenti alle medesime.
Ragionare per stereotipi rispetto alla mafia significa per la società sottovalutare la mafia e, conseguentemente, ostacolare la formazione di quegli anticorpi, fatti di cultura della legalità e di spirito civico, in grado di contrapporsi con successo alla criminalità organizzata.
Spetta, quindi, ai vari soggetti impegnati nella costruzione di una cittadinanza attiva, a cominciare dalla scuola, di offrire il loro contributo per superare un approccio culturale nei confronti della mafia approssimativo e pericoloso.
Non può allora non attribuirsi il giusto rilievo all’incontro di educazione alla legalità organizzato dalla sede di Bra dell’Università Telematica Pegaso e destinato agli allievi di alcune scuole braidesi. In particolare, all’incontro che si è tenuto nella mattinata di mercoledì 12 aprile presso il Centro Culturale Arpino hanno preso parte circa trecento allievi di classi dell’IPS “Velso Mucci” e dell’IPSIA di Bra.
L’incontro si è svolto in due momenti.
Inizialmente è stato proiettato il docufilm “Senso di Marcia” del giornalista Duccio Giordano e prodotto da Danilo Iervolino, presidente dell’Unipegaso. Il documentario racconta il viaggio di Giordano che da Gela in Sicilia ha risalito lo stivale, raccogliendo le testimonianze di chi vive sulla propria pelle l’agire mafioso nelle zone dove vive o lavora: dai magistrati operanti nel Sud costretti ad una vita sotto scorta all’imprenditore reggino che si è trovato isolato per non aver voluto sottostare alle regole della ‘Ndrangheta al giudice del Nord alle prese con l’intreccio tra mafia ed affari.
Terminato il docufilm, sono intervenuti per stimolare una riflessione con gli allievi – che dal canto loro hanno mostrato di apprezzare l’occasione loro offerta – tutta una serie di esponenti del mondo della giustizia, delle forze dell’ordine, della politica, dell’economia e della scuola della provincia cuneese. Hanno, infatti, preso parte all’incontro Sindaco di Bra Bruna Sibille, il Prefetto di Cuneo Giovanni Russo, il Questore di Cuneo Giuseppe Pagano, il Comandante dei Carabinieri di Bra Roberto Di Nunzio, il Maggiore della Scuola Allievi Carabinieri “Cernaia” di Torino Pasquale Iovinella, l’ex sindaco di Bra Camillo Scimone, i Dirigenti Scolastici Brunella Margutta, Margherita Testa e Benedetto Russo, il Sostituto Procuratore Luciano Tarditi, il Direttore di Confindustria di Cuneo Giuliana Cirio, il Presidente dell’Ente Turismo Langhe e Roero Luigi Barbero, il Tenente Colonnello della Guardia di Finanza di Bra Giuseppe Astrea, il comandante della Polizia Municipale di Bra Mauro Taba,
Giustamente soddisfatto è apparso il prof. Carmine Maffettone, direttore della sede di Bra dell’Unipegaso il quale, nel ringraziare le personalità sopra citate per la loro partecipazione all’incontro, ha dichiarato “Siamo fieri di aver organizzato questo incontro perché secondo noi il mondo dell’istruzione non può limitarsi a far acquisire ai giovani unicamente competenze spendibili nel mondo del lavoro ma deve anche e soprattutto permettere loro di sviluppare una coscienza critica attraverso la quale impegnarsi nella costruzione di una società migliore “